giovedì 29 novembre 2007

Sentenza Interessante della Cassazione

(ASAPS) – “Scendi dalla macchina che ti faccio vedere io”. Una frase che purtroppo si sente ripetere spesso per le strade sempre più trafficate e caotiche. Da oggi però, un temperamento agitato, può avere conseguenze molto gravi. Sino a una condanna per minacce. A ribadirlo è stata la V Sezione Penale della Corte di Cassazione con la sentenza n. 43882, con cui gli “Ermellini” hanno confermato il pronunciamento del tribunale di Crotone con cui si condannava un automobilista per minaccia. La frase “incriminata” è stata: “non ho tempo da perdere, se hai qualcosa da dirmi scendi dalla macchina che ti faccio vedere io”. All’accusa di minacce si è aggiunta anche quella per ingiuria a causa di alcune parole offensive “volate” durante il diverbio per strada. La Suprema Corte ha ripetuto il pronunciamento del tribunale del capoluogo calabro nonostante l'imputato avesse fatto ricorso adducendo tra i motivi “l'intento non intimidatorio dello sfogo”. I supremi giudici hanno ricordato che “ai fini della sussistenza del dolo nel delitto di minaccia basta la volontarietà dell'azione, indipendentemente dal fine specifico che la gente vuole perseguire”. (ASAPS)

lunedì 26 novembre 2007

Un pò di consigli


Incidenti in Italia con veicoli esteri

Se si è vittima di un incidente stradale provocato in Italia da un veicolo immatricolato all'estero, si può richiedere il risarcimento dei danni subiti inviando una lettera raccomandata con avviso di ricevimento all'Ufficio Centrale Italiano, al seguente indirizzo:

UCI Corso Sempione, 39 - 20145 MILANO

indicando ogni dato utile a rendere più agevole, e perciò più veloce, il lavoro dell'UCI. Per ulteriori informazioni su questo punto, consultare il sito www.ucimi.it


Incidenti all'estero con veicoli esteri

Se durante un viaggio all'estero, in uno dei Paesi del Sistema Carta Verde, si è vittima di un incidente stradale provocato da un veicolo immatricolato e assicurato in uno degli Stati dello Spazio Economico Europeo, ci si può rivolgere al rappresentante nominato in Italia dalla compagnia assicuratrice del responsabile del sinistro.

Per conoscere nome e indirizzo di tale rappresentante (mandatario), va inviata apposita richiesta al Centro di Informazione istituito presso l'ISVAP, all'indirizzo:

ISVAP - Centro Informazioni - Via del Quirinale, 21 - 00187 ROMA
FAX 06. 42.133.730
e-mail: centroinformazioni@isvap.it

indicando in modo chiaro tutti gli elementi utili a risalire ai soggetti interessati, come ad esempio gli estremi dei veicoli coinvolti (targa del veicolo responsabile del sinistro, nazionalità, impresa di assicurazione del veicolo responsabile del sinistro, se nota) nonchè data e luogo di accadimento del sinistro.

Un'Occhiata all'Estero: Spagna


(ASAPS) MADRID, 26 novembre 2007 – La BMW ha ormai da tempo dedicato una consistente parte delle proprie energie alla realizzazione di moto dedicate alle forze di polizia. In Europa come in Australia, negli Usa come in Turchia, la casa di Bayern spopola letteralmente. Merito certo della moda, ma anche dell’affidabilità che il marchio tedesco riesce a garantire, oltre all’oggettiva bellezza dei motoveicoli prodotti ed adattati all’uso di polizia. Comunque, la Spagna ha recentemente incrementato il già considerevole parco moto della Guardia Civil, l’equivalente dei Carabinieri in Italia, che però espleta servizio di polizia stradale, compito che dalle nostre parti esercita invece la specialità della Polizia di Stato. In supporto delle RT 1150 sono arrivate 300 fiammanti RT1200, moto predilette dai turisti ma capaci di notevoli prestazioni grazie ai 110 cavalli espressi dal tradizionale propulsore boxer a 2 cilindri orizzontali contrapposti con trasmissione cardanica. Come si vede nelle foto, che abbiamo “rubato” nel forum spagnolo di appassionati www.bmwmotos.com, la Guardia Civil non ha badato a spese. Le moto, infatti, appaiono equipaggiate con ABS, ASC (Automatic Stability Control), il nuovo sistema di controllo elettronico della trazione, ed RDC, una centralina che informa il conducente – con un messaggio sul display del computer di bordo – della condizione istantanea di gonfiaggio dei pneumatici. Ma le moto appaiono munite anche di dispositivi supplementari d’allarme di ultima generazione (luci strombo anteriori e posteriore estensibile, con luci di profondità supplementari anteriori), estintore di bordo e kit vivavoce per la radio. (ASAPS)

mercoledì 14 novembre 2007

Un'Occhiata all'Estero: Spagna

(ASAPS) MADRID (SPAGNA), 14 novembre 2007 – Sono anni che si parla della stretta correlazione tra sinistrosità stradale ed assunzione, da parte dei conducenti, di sostanze psicoattive come l’alcol. Ma abbiamo un’effettiva idea di quanto incida la droga nella violenza stradale? In Italia, infatti, non esiste di fatto la possibilità di verificare – anche con strumenti di tipo precursore – la presenza di sostanze psicotrope. Esistono i cosiddetti “stick”, ma la loro distribuzione agli equipaggi di Polizia Stradale e Carabinieri è rimasta de facto limitata ad alcuni esperimenti, tanto che, ad oggi, l’accertamento delle violazioni previste dall’articolo 187 del codice della strada (guida in stato di alterazione psico-fisica per uso di sostanze stupefacenti) è limitata all’intervento di sanitari con prelievo di sangue, in larga parte in occasione di sinistri stradali. Quindi, a conti fatti, è possibile affermare che in Italia non esista la possibilità di prevenire eventi di questo tipo attraverso la Vigilanza Stradale o il Controllo del Territorio: è, semplicemente, un accertamento di Polizia Giudiziaria. Una recente indagine condotta in Spagna su iniziativa della DGT (Direzione Generale del Traffico), di cui si parlava l’8 novembre sul quotidiano El Mundo in un articolo di Maria Vila Salgado, ha cercato di fare il punto della situazione, mobilitando nelle province di Badajoz e Saragozza una task force di militari della Guardia Civil – che in Spagna espleta servizio specialistico di polizia stradale – con lo scopo di monitorare l’incidenza droga nella guida nel primo weekend di novembre. Il risultato, che non aveva precedenti nella penisola iberica, è a dir poco scioccante: l’8% dei conducenti sottoposti a screening è risultato sotto l’effetto di sostanze psicotrope. Gli agenti sono stati dotati di un semplice stick da inumidire con la saliva, sfregato nella mucosa di ben 411 persone, 32 delle quali spedite in ospedale per la conferma del risultato preliminare, a carico delle quali è poi scattata la sanzione penale: per coloro che si sono rifiutati, due persone in tutto, è scattata invece una semplice sanzione amministrativa, consistente nella sospensione della patente di guida, la decurtazione di 6 punti (in Spagna il credito totale è di 12) ed una multa di 600 euro. La riforma del Codice penale, in fase di approvazione, prevede l’introduzione di conseguenze penali anche per questa fattispecie, risolvendo così un vuoto normativo molto simile a quello che esiste in Italia.
Queste prove hanno svelato che la percentuale di conducenti risultati assuntori di sostanze psicotrope è addirittura superiore a quella di conducenti ebbri per alcol, ferma al 2,47% del totale. Facendo i compiuti calcoli, la DGT stima che le droghe siano in qualche modo responsabili del 10% degli incidenti stradali senza conseguenze per le persone. Per quanto riguarda invece l’incidenza sulla sinistrosità letale, i dati sono del tutto diversi. Nel corso del 2006, infatti, le prove alcolemiche effettuate in concomitanza di sinistri stradali – in tutto 89.757 – hanno evidenziato l’ebrietà di 6.039 conducenti coinvolti, il 6,37%, ma nella mortalità il numero di ubriachi è spaventoso, tanto da aver superato – nel 2005 – la soglia del 36%.
Un dato questo che conferma le stime di molti stati europei, secondo le quali 3 incidenti su 10 sarebbero in qualche modo alcol-correlati, e che non viene affatto sottovalutata, visto che nel 2006 ben 3milioni ed 860mila persone hanno soffiato nell’etilometro.
Il codice penale in fase di approvazione, prevede che la persona in stato di ebrietà da sostanza stupefacente, in caso di coinvolgimento in incidente stradale senza conseguenze per le persone, sarà affidato ai servizi sociali. “Abbiamo previsto per loro – dice Bartolomé Vargas, del dipartimento Sicurezza Stradale – lavori socialmente utili in centri di riabilitazione per paraplegici o in strutture di assistenza per persone afflitte da lesioni cerebrali traumatiche, in maniera tale che possano comprendere le conseguenze del loro comportamento”. (ASAPS)

venerdì 9 novembre 2007

PERICOLOSI TAGLI ALLA POLIZIA STRADALE

Tagli alla Polizia Stradale
E' polemica sulla sicurezza
di VINCENZO BORGOMEO da Repubblica 09.11.2007



BLOG

Sorpresa: il tanto sbandierato potenziamento dei controlli su strada, elemento cardine del nuovo Dl sulla sicurezza stradale, è una bufala. Almeno per ora: stanno per essere chiusi 43 distaccamenti della Polizia stradale (in totale sono 200) e per 15 la decisione è già stata presa. Manca solo di conoscere i nomi delle zone interessare ma oggi, in giornata, sapremo quali di questi importanti presidi saranno cancellati.

Il "distaccamento" è un ufficio periferico molto importante per gli interventi su strada, ma al Ministero dell'interno sostengono che la scelta è inevitabile per razionalizzare le energie e accorpare i reparti. In realtà si tratta di un forte ridimensionamento dell'operatività degli agenti perché nel cosiddetto "accorpamento" dovrà essere accontentato il personale. In pratica solo alcuni agenti verranno riposizionati su altri reparti della Stradale: chi andrà nel Commissariato della stessa cittadina, chi nella più vicina Questura e nessun automobilista rivedrà mai più sulla strada questi agenti.

In più questa decisione va incidere su una situazione già al limite. Di questi 200 distaccamenti infatti circa la metà sono già stati chiusi dalle 20 alle 8 del mattino. Senza dimenticare poi i problemi di organico della Polizia Stradale stessa: un decreto Ministeriale del 1989 lo fissava in 13.500 fra funzionari e agenti. Ma ancora oggi sono circa 12.500 mila.

Da qui numeri impressionanti sulla mancanza di controlli: nel 1960 in Italia - quando circolavano meno di due milioni di auto - c'erano 8.321 uomini in forza alla stradale, che effettuavano 545.424 pattuglie in un anno. Oggi, con 33.500.000 macchine in giro la stradale ha pochi uomini in più, ma riesce a mettere in piedi solo 513.016 pattuglie di cui 226.359 in autostrada (44%). Ecco il motivo per cui i 6.400 km di autostrade e gli oltre 30.000 km di statali e strade principali sono praticamente sguarnite da controlli di ogni tipo.

Certo, è vero che non esiste solo la Polizia Stradale e che tutte le polizie dello stato e tutte le polizie locali svolgono spesso controlli sul campo in favore della sicurezza stradale. Ma più che un vantaggio questo finisce per essere un altro problema perché ancora oggi manca un reale coordinamento delle pattuglie dislocate sulle varie tipologie di strade: manca una sala operativa comune e spesso ci sono sovrapposizioni su alcune strade e totali vuoti di vigilanza in altre.

Durissima la presa di posizione dell'Asaps, associazione amici della polizia stradale: "Si vanno a chiudere - spiega il presidente Giordano Biserni - dei distaccamenti che, notoriamente, hanno competenze proprio sulle statali e provinciali, vale a dire il segmento a più alto tasso di sinistrosità (la media in Italia è di 2,4 incidenti mortali ogni 100 rilevati. Sulle statali e provinciali questa media tocca quota 6,3%).

La storia - continua Biserni - ci ha insegnato che quando si chiude un reparto, solo nella fase iniziale scatta la copertura con quello più vicino, poi col tempo le divise col Sagittario Alato su quelle statali e provinciali spariranno. Così aumenteranno solo le lenzuola bianche stese sull'asfalto".

Nel frattempo, mentre impazza la polemica sul tema dei controlli, proprio ieri il Ministro dei Trasporti ha anticipato il nuovo piano generale della mobilità che sarà presentato entro la fine del 2008. Un piano che punta all'integrazione tra reti nazionali, tra le diverse modalità di trasporto e tra livelli di mobilità.

"La finalità assunta dal Ministero dei Trasporti fin dal momento della sua costituzione come dicastero autonomo nel maggio 2006 - ha sottolineato il Ministro - è stata quella di riportare la politica dei trasporti al centro dell'azione del Governo, invertendo la tendenza a concentrare l'attenzione sulla realizzazione di opere infrastrutturali al di fuori di un pre-definito scenario programmatico e del relativo quadro di concertazione istituzionale. Questo era il senso ultimo della Legge Obiettivo. Di qui - ha aggiunto il Ministro - è scaturita la decisione di avviare l'elaborazione di un nuovo Piano".
(9 novembre 2007)